FATTORI DI CRESCITA PIASTRINICI
Preparazione P.R.P.
Impianto di fattori di crescita piastrinici.
Il ruolo principale delle Piastrine, elementi corpuscolati del sangue prodotti dal midollo osseo, si esplica nel controllo della fase iniziale dell’emostasi (coagulazione del sangue) in caso di sanguinamento traumatico e non e da molti decenni sono utilizzate in campo trasfusionale come terapia di numerose patologie ematologiche e non.
Negli ultimi anni tuttavia l’ individuazione di particolari molecole al loro interno, dette Fattori di Crescita Piastrinici, ha aperto nuove prospettive ed applicazioni in campo medico e chirurgico.
Numerosi studi biochimici, negli ultimi 20 anni, hanno messo in evidenza l’attività di stimolo su diverse linee cellulari, verso le quali le piastrine sembravano agire come induttore metabolico. E’ stata pertanto avanzata l’ipotesi, successivamente confermata, che la capacità di aggregazione ed adesività delle Piastrine nei confronti di tessuti danneggiati non fosse semplicemente limitata alla funzione coagulante ma che la liberazione dei fattori di crescita intervenisse con tempi più lunghi nello stimolare la rigenerazione dei tessuti lesionati accelerando sensibilmente la guarigione.
Ognuno di tali Fattori identificati, agisce su una specifica linea cellulare, andando quindi a coinvolgere il metabolismo del tessuto trattato con un’azione sinergica, antinfiammatoria e riparativa.
Pertanto, le piastrine sono paragonabili ad officine che elaborano, immagazzinano e quindi rilasciano, numerosi fattori di crescita capaci di stimolare le cellule della cute, del muscolo, dei legamenti e tendini, dell’osso, dei vasi sanguigni a produrre nuovo tessuto nelle zone lesionate.
Quali siano i meccanismi più reconditi mediante i quali le piastrine esplicano i loro effetti non è del tutto noto, ma lo stimolo esercitato dai Fattori di crescita sembra in qualche modo agire da più parti, aumentando la proliferazione delle cellule bersaglio con uno stimolo diretto, la rivascolarizzazione della zona lesionata (neoangiogenesi) e riducendo il grado di degenerazione e morte cellulare(apoptosi) dei tessuti lesi.
Questi effetti, di sicuro, sono legati al lento e costante rilascio locale dei fattori di crescita contenuti in abbondanza nei granuli delle piastrine, e all'azione di tutta una serie di mediatori chimici. Tutte queste sostanze sono normalmente presenti nell'organismo e, trovandosi in particolari circostanze e concentrati in quantità considerevoli, hanno modo di manifestare tutte le potenzialità rigenerative di cui sono dotati, innescando un meccanismo a catena che inizia ed amplifica il processo di risoluzione.
Le piastrine, opportunamente concentrate con semplici metodiche di centrifugazione a bassa velocità per evitarne la eccessiva sedimentazione ed aggregazione, vengono prodotte presso le U. O. di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale a partire da donazioni autologhe (dello stesso paziente), qualora previste dal programma preoperatorio, o da normali prelievi di sangue autologo in provetta (7 – 10 ml), garantendo le condizioni di sterilità proprie degli emocomponenti trasfusionali.
Possono essere successivamente conservate in congelatori appositi, mantenendo quasi del tutto inalterate le proprietà chimico fisiche consentendo così lo stoccaggio di aliquote di un solo prelievo per terapie prolungate nel tempo, senza dover nuovamente riprelevare il paziente. Appare pertanto evidente che data l’ampia varietà di bersagli cellulari dei Fattori Piastrinici, i campi di applicazione sono in continua espansione.
APPLICAZIONI CHIRURGIA ORTOPEDICA:
L’esperienza clinica di questi ultimi anni ha evidenziato come particolarmente le lesioni traumatiche acute a carico di muscoli, tendini e capsule articolari beneficino in modo sensibile del trattamento con Fattori di crescita piastrinici, in relazione anche all’età del paziente, al distretto corporeo interessato ed al grado di funzionalità della zona colpita. In effetti pazienti giovani quali gli sportivi, sia a livello professionistico che amatoriale avanzato, trovano giovamento dall'utilizzo di Fattori di crescita piastrinici non tanto per un miglioramento delle prestazioni, quanto per una riduzione del periodo di danno funzionale con guarigione più rapida del traumatismo.
Nei pazienti più anziani, nei quali la patologia degenerativa o è in stadio più avanzato o riveste già i caratteri della cronicità, i meccanismi riparativi possono essere sensibilmente ridotti anche in relazione alla funzionalità delle piastrine medesime od alla concomitante presenza di patologie associate di tipo cronico.
Nei pazienti più anziani, nei quali la patologia degenerativa o è in stadio più avanzato o riveste già i caratteri della cronicità, i meccanismi riparativi possono essere sensibilmente ridotti anche in relazione alla funzionalità delle piastrine medesime od alla concomitante presenza di patologie associate di tipo cronico.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
• Degenerazione artrosica articolare
• Lesioni condrali e osteocondrali della cartilagine (II e III grado)
• Patologie tendinee: tendinosi e tendiniti
• Ritardi di consolidazione e Pseudoartrtosi
• Lesioni muscolari • Patologie dei legamenti
• Processi infiammatori
• Lesioni condrali e osteocondrali della cartilagine (II e III grado)
• Patologie tendinee: tendinosi e tendiniti
• Ritardi di consolidazione e Pseudoartrtosi
• Lesioni muscolari • Patologie dei legamenti
• Processi infiammatori